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La Prima dell’Alta Langa, l’incontro tra design e bollicine

Se parliamo del futuro della bollicina italiana vediamo come le diverse tipologie acquistano forma e identità con il tempo. Il Metodo Classico è da sempre sinonimo di qualità, una bollicina raffinata, la magia del tiraggio, l’affinamento sui lieviti che si protrae per anni e infine la sboccatura che da forma e vita a un vino prezioso. 

Il panorama nazionale offre zone dedite alla spumantistica, tra quelle che seguono il Metodo Classico un nome di rilievo è quello dell’Alta Langa. Se tutti conoscono il Piemonte e le Langhe per quanto riguarda i grandi rossi, lo spumante proveniente da questa terra è un’interessante realtà in crescita.

Il caso del Consorzio dell’Alta Langa fa capire come un progetto ben definito basato sullo spumante può rivelarsi vincente; l’evento a cui abbiamo partecipato “la prima dell’alta langa” ci ha portato alla scoperta dei produttori e dei loro millesimi, dicitura vincolante per il disciplinare. 

La splendida location che ospita i produttori dello storico Metodo Classico del Piemonte è il Museo di Italdesign, non a caso, dato che il calice sviluppato appositamente per il Consorzio porta la firma del rinomato marchio e di un team di giovani designer. 

Le due grandi categorie in campo sono produttori importanti che portano la loro esperienza nel mondo della spumantistica e piccoli produttori che si concentrano su questo prodotto.

I punti di forza dell’Alta Langa, che abbiamo riscontrato durante l’assaggio nella larga maggioranza dei produttori, sono la grande freschezza di questi vini e la bollicina croccante con una buona tessitura. L’utilizzo del legno è, a mio parere, ancora un mondo poco esplorato da quello che ci è stato raccontato, ma guardando ai produttori che lo hanno scelto per la vinificazione della base, si adatta bene al contesto.

I produttori che più ci hanno colpiti sono stati coloro che, oltre alla qualità del prodotto, hanno un elemento di carattere con cui mettono la loro firma.

Paolo Berutti non è un nome nuovo, è un piacere riassaggiare i suoi vini che mostrano una versione dell’Alta Langa molto personale, capace di esaltare la potenzialità del territorio e portarla anche nello spumante.
L’azienda Deltetto porta tre Alta Langa Riserva la 2017 e 2016 blanc de blanc e la 2017 blanc de noir – queste sicuramente tra le bevute migliori della giornata, dal quale si evince uno stile importante con un naso ricco e complesso e una beva consistente; le classiche bottiglie che se bevute pasteggiando finiscono facilmente e chiamano subito la seconda.

La firma del piccolo produttore la troviamo in tutte le sfumature del millesimo 2018 di Marcalberto, un vino tecnicamente ben fatto, ricco di profumi che lascia una bella pulizia in bocca sintomo di finezza e qualità. Altra realtà più circoscritta ma sempre di grande valore viene rappresentata dalla conferma annuale dell’Azienda vinicola Bera.
Guardando alle realtà più massicce, Contratto porta un quadro completo del millesimo 2017 e l’Extra Brut di Terre del Barolo 2018. 

Aziende degustate

Aziende degustate

L’Alta Langa oltre al vino 

L’Alta Langa rosato ha conquistato meno il palato, al momento, tra tutti “L’istinto” di Roberto Garbarino rispecchia l’ideale della nostra ricerca: la componente floreale si unisce ai piccoli frutti rossi al naso e in bocca molta consistenza e più succosità rispetto alla media degli assaggi. Altre espressioni del rosato andavano a lavorare sul colore giocando meno sulla componente sensoriale. 

Oltre al vino, abbiamo avuto modo di parlare della realizzazione del calice Terra: lo studio di design ha collaborato con il Consorzio al fine di realizzare il nuovo bicchiere di rappresentanza. Il richiamo del numero tre in accordo con la comunicazione del Consorzio, unito a una forma accattivante e un design moderno rendono l’aspetto esteriore sicuramente interessante e accattivante per il consumatore “non tecnico”. Il peso del bicchiere e la forma irregolare che poco esalta l’aroma del vino, forse saranno parametri riscontrabili solo durante un assaggio tecnico, ma alla lunga cambiano la percezione del prodotto che, secondo la mia opinione, andrebbe invece messa al centro del progetto. Confrontandoci quindi con i creatori del calice, hanno spiegato le ragioni dietro alle scelte che sono state fatte e a loro dire, i dettagli che abbiamo notato sono “concetti percepiti solo da un assaggiatore tecnico” e vengono considerati trascurabili a fronte di un’oggettiva bellezza esteriore dell’oggetto.  

calice terra alta langa

Calice Terra

Nel complesso vi è stata una proposta di vini ben fatti, con un alto livello tecnico che ha però bisogno di carattere. Solo esaltando lo stile e la personalità di tutti i produttori si può far parlare il marchio Alta Langa con una sua voce, capace di raccontare il territorio e le storie di chi coltiva le uve e le trasforma in vino.

In campo abbiamo visto grandi aziende e grande professionalità, ci aspettiamo un futuro sempre migliore per questo spumante tutto piemontese che può fare la differenza, in particolare, considerando le grandi possibilità di crescita dell’export della bollicina italiana nel mondo. 

credit photo: altalangadocg

Giacomo Gioia