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Anteprima Mirede al ristorante del Cambio 

Da importatore a produttore: Alberto Massuco, il produttore italiano di Champagne, presenta la nuova etichetta Mirede. 

Tutto parte dalla passione, una passione innata che funge da motore d’avviamento delle nostre azioni e Alberto non è da meno. Imprenditore metalmeccanico, da sempre amante della Francia e dello Champagne nel 2018 incontra Erick De Sousa, vigneron tra i più stimati della Côte des Blancs, e da quel momento la traccia del suo viaggio vira verso nuovi orizzonti. 

Dapprima importatore e visionario selezionatore di vigneron, nel suo parterre troviamo vigneron indépendant e récoltant – manipulant quali:  Jean Philippe Trousset, Rochet Bocart, Gallois Bouché, Fa’ Bulleuses, Bonnevie Bocart.  

Galeotto fu l’incontro con Erick De Sousa, consolidò un’amicizia e la creazione della linea Alberto Massucco Champagne con una precisa filosofia aziendale: creare una linea di Champagne tutta francese nella forma e nella sostanza, ma con impercettibile ed inafferrabile estro italiano. 

Amore autentico per lo Champagne e per Mirede

Massucco Mirede

Cuvée Mirede

Mirede è la cuvée dedicata alla moglie scomparsa e il nome non è casuale è il suo, acronimo di Maria Edelweiss. 

“I genitori mia moglie, all’epoca fidanzati, durante una gita in montagna si fermarono per cogliere (quando ancora si poteva) una stella alpina. Il padre, rischiò la sua incolumità per coglierla e da lì la promessa di chiamare il frutto del loro amore Edelweiss – il prefisso Maria venne aggiunto successivamente per una questione anagrafica. Data l’apparente difficoltà di spiegare ogni volta la storia della nascita del nome di mia moglie, sua madre si inventò quest’unione tra i due, da cui nacque Mirede”

Un nome perfetto a titolo di uno Champagne in cui Alberto ha voluto racchiudere i suoi ricordi. Elegante e accogliente nella beva, è lo Champagne giusto con cui trascorrere del tempo. 

L’etichetta Mirede si aggiunge alle altre referenze: AMC00, AMC02, Mon idée de Cramant e Millésime 2018 Alberto con la costante assistenza in cantina di Erick De Sousa. 

Cuvée Mirede Blanc de Blancs 

30 mesi sui lieviti, dosaggio 2 g/l 

Una bottiglia che esprime la femminilità plasmata attraverso i ricordi di Mirede; elegante, raffinata e determinata. La volontà di usare sole uve chardonnay e la forma della bottiglia sono state delle scelte mirate. Una bottiglia dalle linee morbide e sinuose con un’immagine astratta serigrafata ora rosa a decore il centro.

Chardonnay in purezza frutto dell’unione di uve Grand Cru di Avize (30%) e Oger (10%) della vendemmia 2019 (fermentate per circa un terzo in barrique); un 30% del primo vigneto di proprietà e un’ulteriore 30% di vins de réserve del 2018. 

Il perlage è fine e persiste; il naso è accogliente, note floreali, tropicali, arancia candita e sentori più dolci di miele di Sulla si incastrano morbidamente con i tasselli del gusto, vellutato, fruttato, fresco e giocoso. Retrogusto armonico ed elegante, persistente.

Massucco Mirede_testo

Cuvée Mirede

Soddisfazioni e sentimenti 

Alberto Massuco è il primo produttore di Champagne italiano. Se per alcuni questo può risuonare stonata come informazione in realtà, Alberto, è il primo possessore di una vigna nella regione della Champagne ad essere registrato ufficialmente in Francia. 

Tra le soddisfazioni più importanti la presenza delle sue etichette in due ristoranti stellati: Les Crayères a Reims e Del Cambio a Torino. Nello specifico con Matteo Baronetto li lega un rapporto di stima e amicizia. Infatti, insieme allo Chef, Alberto ha realizzato una Cuvée ad hoc che fosse espressione della loro anima ristorativa.

La cucina del ristorante storico di Torino Del Cambio ha accompagnato la serata di presentazione con una dozzina entrée stuzzicanti e due primi piatti, per finire con la piccola pasticceria. 

«… A Mirede, che mi ha accompagnato per tutta la vita e che mi ha incoraggiato in questa avventura, ho dedicato questa cuvée. A coloro che degusteranno questo champagne, l’augurio che possano avere al loro fianco una persona capace di valorizzare il proprio talento, di costruire insieme il quotidiano e di essere la spalla su cui poggiarsi vicendevolmente»