ruchè

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il vino sulla bocca di tutti

Il Ruchè nasce come vitigno autoctono piemontese ma le sue origini sono ancora poco note. Certi del fatto che abbia sempre fatto parte delle tavole dei nostri avi sin dal medioevo, il merito del suo successo è da annoverare a un Parroco, Don Cauda, che nel 1964 giunse a Castagnole Monferrato, scovò questo vitigno all’interno della vigna parrocchiale e provò a vinificarlo. Grazie alla notorietà che diede al ruchè la sua intuizione, oggi è una varietà che ha acquisito un’importanza rilevante nel panorama del Monferrato. Divenuto una risorsa fondamentale per il territorio del Monferrato e dell’astigiano e nello specifico, nel 1987 gli è stata assegnata l’appellazione DOC e nel 2010 la DOCG. I comuni di produzione sono Castagnole Monferrato, Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi. In vinificazione può essere lavorato in purezza o con massimo il 10% di uve bracchetto o barbera.

Un vino che non ha perso la sua funzione primordiale da “tutto pasto” ma che può riservare piacevoli sorprese accompagnato con piatti di carne.

Di seguito una top 3 di Ruchè:

“La vigna del Parroco 2016” _ Azienda Ferraris

100% ruchè di cui l’80% fa malolattica in accaio e il 20% in tonneaux, dove rimane per nove mesi.
Imbottigliato senza filtrazione; affina in bottiglia per tre mesi. Dal colore rosso rubino intenso, cristallino e consistente. Al naso è intenso, floreale e fruttato con note decise di mora, viola, balsamico con una leggera speziatura. Al gusto è intenso, persistente, caldo, morbido, con un tannino equilibrato ma di carattere.

” Ruchè di Castagnole Monferrato Docg Laccento 2016″ _ Montalbera

100% ruchè di cui un 10% viene fatto appassire direttamente sulla pianta e integrata in vinificazione.
Vinificazione in acciaio e affinamento in bottiglia per 6-8 mesi. Di colore rosso rubino intenso ha una massa colorante intensa con riflessi violacei, al naso è intenso e abbastanza complesso, l’attacco è note di rosa e frutti di bosco, chiude accenni balsamici. al gusto il tannino giovane è il protagonista, spigoloso ancora da smussare, nel complesso è intenso, con una nota amaricante sul finale.

“Genesi 2010 Docg”_ Cantine Sant’Agata

90% ruchè e 10% barbera appassita per cinque settimane.Dopo la vinificazione riposa per almeno tre anni in barrique e successivamente affina ancora un anno in bottiglia.
Alla vista, la massa la colorante è intensa, dal colore rosso rubino con riflessi porpora, il naso si apre delicatamente facendosi spazio tra note più dolci di amarena, mora, vaniglia e spezie. Al palato il tannino è ben integrato nella morbidezza del sorso, intenso e vellutato.