champagne

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Fascino del dinamismo

Esistono dei vini che trascendono la semplice bevanda, avvicinandosi a qualcosa di più complesso, quasi capace di dialogare con l’essere umano. Alcuni di essi lo fanno sollecitandone la sensibilità, certi turbano per il timbro identitario, mentre altri stupiscono per l’armonia. E poi, c’è lo Champagne.

Quasi indefinibile, lo Champagne. Basculante fra l’eleganza e il mistero, fra il luccichio delle sale di cui storicamente popolava le tavole e l’oscurità cupa e solo apparentemente immobile di una cantina. Indefinibile e indecifrabile, con quell’anima irrequieta che pare farlo esplodere, frantumando la costrizione del vetro che lo contiene e lo limita. È un vino che interroga, lo Champagne, e forse è proprio per questo che chiama a sé l’attenzione degli sguardi e il desiderio dei palati. Da questo fenomeno che ha dell’affascinante, nascono passioni viscerali per le bollicine, che portano a recarsi a manifestazioni come Un Mare di Champagne.

Giunto alla sua ottava edizione, Un Mare di Champagne è andato anche quest’anno a ravvivare la terrazza del Diana Grand Hotel di Alassio, con la Cena di Gala in apertura dell’evento e i banchi d’assaggio con Masterclass il giorno seguente. Un’immersione nella bolla francese per eccellenza, che ha portato i suoi visitatori a viaggiare per le diverse zone della Champagne con qualche deviazione in Langa. Sì, in Langa, poiché il fascino dello Champagne, quest’anno, è andato a misurarsi nientemeno che con il tartufo bianco d’Alba, di cui sono stati scoperti giochi di abbinamento e sfumature degustative inaspettate. È un binomio fra due icone di eleganza e di classe, quello fra il tartufo bianco d’Alba e lo Champagne, che trova un perno di intersezione sulla trama boschiva, sulle tracce minerali, sulla timbrica fine eppure molto intensa. La versatilità dello Champagne deriva da quel suo essere un vino dall’anima molteplice, ricca di sfaccettature e di spunti che lo rendono perfetto per accompagnare il gambero crudo così come una fonduta di castelmagno arricchita da scaglie di tartufo nero, la mortadella e anche le ostriche, il baccalà e il maialino arrosto. Una ricchezza, più che una capacità di adattamento. Una ricchezza di attitudini e una veemenza di temperamento, che passa attraverso cenni fini ed eleganti che, non per questo, mancano di carattere e di determinazione, attuata nello charme seducente dello Chardonnay o nel nerbo incalzante del Pinot Noir, senza dimenticarsi della giovialità sorprendente del Meunier. Una sinfonia di personalità, questi tre vitigni, che si armonizzano fra loro o che si esprimono in soliloqui, in dipendenza dalla loro provenienza, dal loro territorio e dallo stile della Maison, che ha il compito di guardarli e interpretarli, donando loro lo slancio di espressione che arriva fino ai nostri palati e alla nostra sensibilità.

Di seguito, vi riportiamo la nostra top 5

Le Mesnil Blanc de Blancs Grand Cru

Trova nell’avvolgenza la sua dote principale, sviluppata fra le note del lievito e quelle del frutto a polpa gialla, sulla conduzione salina che disegna a punta fine l’eleganza.

Julien Chopin Les Classiques Brut nature Carte Noire

Espressione solista del Meunier, la cui piacevolezza varietale gioca in modo sorprendente con l’assenza di dosaggio, restituendo il naso e il sorso di uno Champagne dalla timbrica estremamente particolare, dissimile dagli altri presenti. Dapprima floreale, muove su note più penetranti che arricchiscono il profilo di tridimensionalità.

Éric Taillet Blanc de Meunier Extra Brut

Nuovamente purezza di Meunier, che qui appare in una veste di assoluta finezza e, ancor più, in un equilibrio millimetrico. Ogni richiesta del palato è soddisfatta, sia nel bisogno di freschezza che nel conforto di quella morbidezza appena accennata, ben dosata e integrata a ciò che risulta essere un sorso completo e appagante.

Charles Heidsieck Brut Millésimé 2012

Finezza, eleganza, tensione acida condotta in punta di piedi che si mescola alla solidità di una struttura modulata nel tempo. Corre delicatamente verso una chiusura netta e precisa, che lascia una memorabile pulizia di bocca.

Piper-Heidsieck Blanc de Blancs Extra Brut Essentiel

Uno Champagne che si può definire gustoso e completo, fino ai lidi della complessità. È un vino dritto, che coniuga rudezza a finezza, acidità e leggerezza nell’incedere del sorso. Termina la sua corsa su un finale deciso, in equilibrio fra la suggestione citrina e l’avvenente impronta della sua struttura.