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L’Astemia Pentita: un nome fantasioso per una cantina di Langa

Uno sguardo dirompente sul mondo del vino, volto a fare interagire fra loro arte, design ed enologia, in cui si fondono passioni personali e arti lontane fra di loro, porta a un’interpretazione non convenzionale della cultura vitivinicola. Questo e molto altro è L’’Astemia Pentita, una cantina che nasce dal desiderio e dall’intraprendenza di Sandra Vezza, che ha ideato e progettato ogni dettaglio della sua cantina, dove la cultura del vino convive in armonia con l’esaltazione dell’arte e del design. 

Siamo nel cuore della Langa, nel comune di Barolo, là dove il crinale di Cannubi sale lentamente verso il centro del paese, in un angolo di terra in cui la tradizione vitivinicola è l’indubbia protagonista del paesaggio, lì si trova L’’Astemia Pentita. Dal nome della cantina è possibile ripercorrere la recente storia dell’azienda vinicola più pop delle Langhe, il cui nome, infatti, non è altro che la storia di Sandra, alla guida della cantina, che, dopo anni dedicati ad altro, scopre – o per meglio dire, riscopre – una passione profonda per il vino. Un amore che trova le sue radici proprio nella sua storia personale quando, da bambina, passeggiava con il nonno tra i filari alla scoperta dei segreti delle viti. Tutto ha inizio agli inizi degli anni 2000 quando sulla collina di Cannubi vi era solo una cascina di proprietà di due contadini senza eredi. Il destino o forse la personalità di Sandra hanno voluto che i due proprietari scegliessero proprio lei per affidarle l’appezzamento. Agli esordi non avendo ancora una struttura produttiva, le uve coltivate su quella collina vengono affidate ad altre cantine della zona, fino al 2010 quando nasce ufficialmente l’azienda e vengono man mano acquistati ulteriori terreni. Oggi tutti i vini provengono da vigne di proprietà, estese lungo 20 ettari tra i comuni di Barolo e Monforte, con la cantina che segue, con figure interne, tutte le fasi produttive, dal lavoro in vigna al controllo del prodotto finito.

Una cantina giovane, dunque, che registra la prima annata vinificata nel 2010, ma che da allora non ha smesso di studiare, migliorarsi e applicare le tecniche più innovative a disposizione. Ha scelto inoltre la via del rispetto dell’ambiente, del minor impatto possibile sul territorio, arrivando così dal 2020 ad avviare la conversione al biologico per il quale entro il 2024 tutto il processo sarà ultimato. 

Approccio non convenzionale: arte e design 

Arrivando dalla collina di Cannubi, dove il crinale inizia a salire verso il centro del paese di Barolo, è impossibile per il visitatore non scorgere la sagoma della cantina de L’’Astemia Pentita, costituita da due parallelepipedi sovrapposti l’un l’altro, come due casse di vino fuori asse e fuori scala, trasformate in edificio. La texture esterna riprende le fattezze delle casse di legno, mentre all’interno il percorso delle diverse fasi produttive – interamente interrato – evoca la vita della vigna, la sua trasformazione attraverso le stagioni con diverse fantasie cromatiche. 

La degustazione

La cantina per le vinificazioni si avvale della consulenza dell’enologo Giampiero Gerbi, classe 1985, che vanta un’esperienza pluriennale a livello italiano e in particolare nella zona delle Langhe e nell’area dell’Erbaluce di Caluso. I vini che vi proponiamo in questo approfondimento nascono dalla collina Tirados, dove si trovano 12 dei 20 ettari vitati della cantina. Lì il terreno è argilloso, piuttosto sciolto e ottimamente esposto, lì vengono coltivate le uve di Nascetta (l’unico vitigno autoctono a bacca bianca storicamente coltivato a Novello, dove da quasi completamente scomparso è stato salvato grazie alla tenacia di alcuni produttori), Riesling, oltre a Dolcetto, Barbera e Nebbiolo.

Nascetta 2022

Questa interpretazione ottenuta un affinamento di 6 mesi in acciaio e 3 di bottiglia, profuma di frutta a polpa bianca, di note agrumate, seguite da un tocco di miele, per poi sfumare su cenni vegetali. All’assaggio ha un sorso snello, contraddistinto da sapidità, freschezza, con un finale di buona lunghezza dal leggero ritorno citrino.

Riesling 2021

Questa versione ottenuta da un affinamento di 6 mesi in acciaio e altri 9 di bottiglia, ha un naso di piacevole aromaticità, con note fruttate di pesca, poi di agrumi, seguiti dai tipici sentori d’idrocarburo. Al palato ha una decisa freschezza, seguita da sapidità, una beva di buona intensità, con una buona persistenza dal lieve sentore di idrocarburo sul finale.

Dolcetto d’Alba 2021

Dopo una macerazione di 10-12 giorni, matura per 8 mesi in vasca d’acciaio, per poi avere un naso speziato tra cui il chiodo di garofano, poi di frutta rossa matura tra cui spicca la marasca, con un tocco di mandorla tipico del vitigno. All’assaggio è secco, con una tannicità moderata stemperata da un’acidità presente, comunque di buona complessità e persistenza.

Barbera d’Alba Superiore 2021

Dopo una macerazione di 15-18 giorni, matura per 12 mesi in barriques, si presenta molto generosa al naso con note di frutti a bacca rossa e nera. La permanenza in barrique aggiunge complessità e un tocco speziato. Al palato si presenta ampio, strutturato, con tannini smussati dall’acidità tipica dell’uva, con una buona persistenza.

Nebbiolo 2021

Dopo una macerazione di circa 20 giorni, matura per 12 mesi in tonneaux da 500 litri di rovere francese. Le uve utilizzate provengono da giovani vigneti destinati alla produzione dei vini più blasonati. Al naso è pulito, profumato, ampio, con note speziate, seguite da frutta rossa anche piccola, per sfumare su un tocco floreale. Al palato ha struttura, eleganza, con un tannino arrotondato da freschezza, già un buon equilibrio, con un finale persistente dove si trova un richiamo fruttato. 

Il territorio dell’Astemia Pentita: abbracciata dalle colline della Langhe, la cantina che coniuga vino e design

Siamo nel cuore della Langa, nel comune di Barolo, là dove il crinale di Cannubi sale lentamente verso il centro del paese: in quest’angolo di terra, in cui la tradizione vitivinicola è l’indubbia protagonista del paesaggio, si trova l’’Astemia Pentita, una delle cantine più note nel panorama italiano e internazionale, riconoscibile, tra le vigne, grazie alle forme di design che la contraddistinguono e che lasciano percepire sin da subito al visitatore un approccio alla produzione dettato da un linguaggio dirompente in cui vino, cultura e amore per il territorio si combinano in un equilibrio perfetto. Una posizione di particolare rilevanza, sia dal punto di vista storico che da quello geologico. L’’Astemia Pentita sorge infatti tra le terre che hanno visto, nel vero senso della parola, nascere il Barolo.

Era infatti la metà del 1700 quando Juliette Colbert, marchesa e filantropa di origine francese, decise, grazie al supporto di enologi connazionali, di creare un vino con uve Nebbiolo dalle particolari caratteristiche qualitative, dando vita, così, al primo esemplare di quello che sarebbe diventato con il tempo il Barolo che conosciamo tutt’oggi. E le primissime bottiglie di questo nuovo vino dall’alto valore qualitativo, risalenti al 1752, riportavano in etichetta proprio la dicitura Cannubi, dalle vigne da cui era nato. 

Ma Cannubi non ha solo una particolare rilevanza storica: in questo particolare punto delle Langhe è anche il terroir a distinguersi. Grazie, infatti, a una specifica composizione del suolo, un’esposizione al sole e un clima favorevoli, l’area gode di ottime condizioni per la viticoltura.

Trovandosi, infatti, tra due versanti, Cannubi rappresenta l’unione delle due aree in cui sorge: da una parte il versante con Monforte d’Alba, Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba, appartenenti all’area più antica, quella elveziana, con terreni ricchi di minerali, limo, calcare e argilla; dall’altra il versante più giovane, dove è situata La Morra, di epoca tortoniana che presenta un suolo più ricco di sabbia che conferisce ai vini profumi intensi; l’alcalinità e la concentrazione di calcio, poi, danno un tocco finale di eleganza. Se nel primo caso, i vini che vi nascono sono rinomati per la loro tanninicità e corposità, sull’altro versante il terreno porta a vini più delicati, fini ed eleganti, profumati al naso e meno potenti in bocca.

L’’Astemia Pentita trae perciò vantaggio da questa posizione racchiusa tra i due versanti, attingendo, per i vini che nascono dalle vigne qui presenti, dalle caratteristiche di entrambi i terroir che, insieme, si esaltano donando al prodotto finito l’eleganza per eccellenza.

I vigneti e i vitigni coltivati

Ed è proprio da Cannubi che ha inizio la storia dell’’Astemia Pentita con la prima vendemmia dell’azienda, quella del 2010, che proviene proprio da queste vigne di Barolo. Nel tempo, ulteriori appezzamenti di terreno si sono aggiunti, fino ad arrivare agli attuali 20 ettari situati su differenti colline, tra i comuni di Barolo e Monforte. Quanto ai vitigni coltivati, sono presenti Dolcetto, Barbera, Nebbiolo e Nascetta come uve autoctone; Sauvignon Blanc, Pinot Nero, Riesling e Chardonnay come uve internazionali.

È a Barolo che si trova il territorio selettivo dell’azienda caratterizzato per quattro vigne storiche distinte, inoltre, dal riconoscimento di Menzione Geografica Aggiuntiva: Cannubi, Terlo, Crosia e Sarmassa. Aree di particolare importanza per l’azienda: è qui, infatti, che il Nebbiolo trova condizioni estremamente favorevoli per crescere e dare vita nel prodotto finale a tutto il meglio delle sue caratteristiche. 

Così, se a Cannubi il Nebbiolo che vi cresce dà vita a un vino d’alta qualità determinato dalla particolare composizione del suolo, in cui si uniscono terreni di origine tortoniana ed elveziana; a Terlo, dove l’Astemia Pentita ha circa un ettaro vitato, il terreno è costituito da marne grigio-bluastre di origine tortoniana con un suolo sub-alcalino ben dotato in macro e microelementi che trasmettono all’uva Nebbiolo proveniente da queste vigne un carattere austero e potente.

Sulla collina Tirados, infine, dove si trovano 12 degli ettari vitati della cantina, il terreno è argilloso piuttosto sciolto e ottimamente esposto, e qui vengono coltivate uve Sauvignon, Riesling, Nascetta (l’unico vitigno autoctono a bacca bianca della zona), Dolcetto, Barbera e Nebbiolo. 

Dal 2010 ad oggi: la storia di Sandra Vezza 

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Sandra Vezza

L’’Astemia Pentita: è proprio dal nome della cantina che è possibile ripercorrere la recente storia dell’azienda vinicola più pop delle Langhe. Il nome, infatti, non è altro che la storia di Sandra Vezza, alla guida della cantina, che, dopo anni dedicati ad altro, scopre – o per meglio dire, riscopre – una passione profonda per il vino. Un amore che trova le sue radici proprio nella storia personale della signora Vezza, un’origine lontana nel tempo risalente a quando, da bambina, passeggiava con il nonno tra i filari alla scoperta dei segreti delle viti.  

Un ritorno alle origini, in qualche modo, e una passione che Sandra Vezza riscopre relativamente tardi, negli anni 2000, quando ancora le colline delle Langhe non erano ricoperte dalla notorietà di cui godono oggi. Ma non solo un ricordo di bambina, all’Astemia Pentita, la storia umana della signora Vezza e la sua personalità si intrecciano e influenzano ad ogni passo la nascita dell’azienda, la sua evoluzione e la sua stessa ragion d’essere. 

Ed è proprio questo che ci insegna la recente storia dell’azienda: agli inizi degli anni 2000, sulla collina di Cannubi, vi era solo una cascina di proprietà di due contadini senza eredi: il destino o, forse, ancora, la personalità di Sandra Vezza hanno voluto che i due proprietari scegliessero proprio lei per affidarle l’appezzamento. 

Agli esordi, così, non avendo ancora una struttura produttiva, le uve coltivate sulla collina di Cannubi vengono affidate ad altre cantine della zona, almeno fino al 2010, quando nasce ufficialmente l’azienda e vengono man mano acquistati ulteriori terreni. Attualmente tutti i vini provengono dalle vigne di proprietà, estese lungo i 20 ettari tra i comuni di Barolo e Monforte, e presso la cantina è possibile assistere a tutte le fasi produttive che sono seguite, dal lavoro in vigna, al controllo del prodotto finito, da figure interne. Una cantina giovane, dunque, che registra la prima annata vinificata nel 2010, ma che da allora non ha smesso di studiare, migliorarsi e applicare le tecniche più innovative a disposizione. Sempre all’insegna del rispetto dell’ambiente e della ricerca del minor impatto possibile sul territorio, senza il quale tutto questo non sarebbe possibile, creando così una vera e propria complicità con i vigneti. Grazie a questa visione, dal 2020, la cantina è in conversione al biologico ed entro il 2024 tutto il processo sarà ultimato. 

Nel suo approccio innovativo L’Astemia Pentita coglie il meglio delle tradizioni e di un territorio vocato alla viticoltura, per restituire in un bicchiere la magia di queste colline uniche al mondo. 

A partire da un ricordo di bambina, Sandra Vezza ha dato vita alla cantina che vediamo oggi, un luogo in cui il design e l’architettura danno forma alla sua passione riscoperta per il vino, interpretando la sua particolare visione ed offrendo una chiave di lettura attuale su un luogo ancestrale. Oggi, tutto quello che vediamo dell’’Astemia Pentita è infatti stato pensato e progettato dalla proprietaria che ha ideato l’intera azienda affidandosi poi, per la realizzazione, a maestranze tutte italiane o locali. 

Un viaggio sicuramente sui generis quello dell’’Astemia Pentita e con un’origine relativamente recente, ma che, proprio grazie a questa concezione non convenzionale, ha le carte in regola per affermarsi sempre più all’interno del panorama italiano e internazionale, perseguendo il tracciato intrapreso finora, all’insegna di innovazione e avanguardia, ma anche passione e rispetto del territorio. 

Sandra Vezza: la voce dirompente delle Langhe

Se c’è un posto in cui la personalità della proprietà influisce sull’approccio della cantina, quel posto è sicuramente l’’Astemia Pentita. Ma qui, forse, il passo è ancora maggiore: Sandra Vezza, dal 2010 alla guida dell’azienda piemontese nel cuore delle Langhe, intreccia, definisce e disegna l’origine e il senso stesso dell’esistenza della cantina. 

Caratterizzata da uno stile contemporaneo, all’avanguardia, ma anche dinamico, ironico e colorato, l’’Astemia Pentita nasce per essere lo specchio delle passioni della signora Vezza. E lo fa a partire proprio dal nome, che richiama la sua storia personale e il fatto di essere approdata alla produzione vinicola in un secondo momento, dopo essersi dedicata per anni ad altro (e soprattutto senza aver bevuto vino!). 

Ma è proprio questo suo passato immerso in altri interessi e professionalità che rendono oggi l’’Astemia Pentita ancora più ricca di valori: qui, infatti, si mescolano insieme le varie passioni di Sandra, quella per l’arte contemporanea e il design e, naturalmente, quella per il vino, riscoperto agli inizi degli anni 2000. 

Da questa combinazione di passioni e ricordi, uniti a una forte intraprendenza e a una voglia di sfida, nasce l’’Astemia Pentita: uno stile senza uguali la contraddistingue e, già al primo impatto, lo si ritrova nella struttura architettonica dell’azienda che, esternamente, si presenta al visitatore nella forma di due casse da vino sovrapposte. Uno stile, dunque, che definire originale sarebbe riduttivo: è dirompenza, ironia, libertà. Ma, sempre, con un focus ben preciso: il vino e la sua ricerca qualitativa che non può prescindere, per Sandra Vezza, dal massimo rispetto e ascolto dell’ambiente circostante, come dimostra il percorso di conversione al biologico già avviato e che volgerà al termine nel 2024. 

Il vino qui vive tra natura, design e arte e diventa dunque un mezzo per diffondere la cultura, la bellezza e l’identità di una terra incantata, attraverso uno storytelling non convenzionale. 

L’’Astemia Pentita, grazie alla visione della sua proprietaria, è quindi una voce dirompente non solo nel panorama vinicolo delle Langhe, ma a livello nazionale e anche fuori dai confini. È la storia di una donna che ha saputo mettersi in gioco, provenendo da un mondo diverso da quello del vino e proponendo una filosofia senza precedenti.

Partendo da questi presupposti, oggi la produzione della cantina si concentra su vini che siano più naturali possibili e che, nei loro profumi e sentori, siano in grado di evocare l’eleganza, il territorio da cui provengono, l’alternarsi delle stagioni e il ritmo della natura. 

La Cantina: un viaggio suggestivo attraverso le stagioni, alla scoperta della magia della vigna 

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Dalla collina di Cannubi, dove il crinale inizia a salire verso il centro del paese di Barolo, è impossibile non scorgere due parallelepipedi sovrapposti l’un l’altro: è questo il biglietto da visita dell’’Astemia Pentita, due casse di vino fuori asse e fuori scala, trasformate in edificio. Una struttura che chiarisce subito l’approccio innovativo della cantina e che si ritrova poi anche all’interno, dove il percorso delle diverse fasi produttive – interamente interrato – evoca la vita della vigna e la sua trasformazione attraverso le stagioni.

È per questo che mai come nel caso dell’’Astemia Pentita è necessario spendere del tempo sia per la visita che per la degustazione, in modo tale da sedersi al tasting senza più alcun preconcetto, ma avendo ben chiara la filosofia che guida l’azienda. Solo così è davvero possibile percepire il filo rosso che lega i tasselli della cantina coniugando, in un unicum, vino, natura e arte. 

Immergendosi allora nell’experience all’interno della cantina, è possibile notare come tutta la parte produttiva collocata sottoterra si caratterizzi per l’uso di tecnologia avanzata e per una struttura ideale, perfettamente pensata per sfruttare la gravità e lavorando per caduta.  

E se il percorso vuole evocare l’alternarsi delle stagioni e il lavoro in vigna, la prima fase che si incontra è proprio quella della vendemmia e quindi la stagione dell’autunno. Tutto nelle prime sale, dai colori ai materiali, ricorda questo momento dell’anno. Le uve, dopo essere state pressate, pigiate e diraspate, scendono direttamente nelle vasche di vinificazione. 

Dopodiché, avviene la fase di macerazione, che cambia in base al vitigno (se per un rosé di Nebbiolo sono sufficienti poche ore o pochi giorni, per un Dolcetto basteranno dai 5 agli 8 giorni; per un Nebbiolo da Barolo serviranno invece dai 20 ai 30 giorni). 

Segue la fermentazione etilica e il vino viene poi svinato per procedere, quindi, con l’affinazione che sarà effettuato o all’interno di vasche di acciaio a temperatura controllata oppure nelle varie botti presenti in barricaia. In acciaio passeranno naturalmente tutti i vini bianchi, gli assemblaggi, i rosé e il Dolcetto d’Alba: vini freschi, di pronta beva, con bouquet floreali e note fruttate. Per vini come Barbera d’Alba Superiore, Nebbiolo, Barolo, più strutturati, longevi e con più tannino da smussare, sarà invece necessario il passaggio in botte e per un tempo più lungo. 

Proseguendo nel viaggio, e passando dalle diverse botti presenti – dalla barrique, ai tonneaux alle botti in rovere di Slavonia – le stanze cambiano i colori e, sempre seguendo la stagionalità del lavoro, si passa così alla primavera, fase in cui avviene l’imbottigliamento del vino. Sempre sfruttando la gravità, una volta terminato l’affinamento, il vino scende infatti direttamente nelle bottiglie che passeranno quindi alla fase finale di etichettatura e, eventualmente, di stoccaggio. 

Si arriva, infine, all’estate e al “Tunnel del riposo”, che simboleggia il momento in cui il contadino può fare una pausa dopo un lavoro lungo un anno. È questa una zona di passaggio e di carico e scarico, ma all’’Astemia Pentita tutti i particolari sono curati al minimo dettaglio e il viaggio non poteva dirsi concluso se non facendolo vivere al visitatore attraverso l’ultima stagione della produzione vinicola. 

I vini 

Dalla struttura architettonica, all’amore per l’ambiente, dalla ricerca qualitativa all’intreccio di numerose passioni per una valorizzazione a 360 gradi di vino, cultura e territorio. Da questi presupposti i vini che ne derivano non potevano che essere pensati per non essere solo vini da bere, ma vini da meditare, vini che, ad ogni sorso, devono raccontare il vigneto e l’essenza stessa del territorio. 

Barolo

Il Barolo de L’’Astemia Pentita è affinato in botti di Rovere di Slavonia il cui legno è più neutrale e mette in risalto il vitigno e il bouquet del vino che vi affina. 

  • Barolo DOCG
  • Barolo Cannubi DOCG
  • Barolo Terlo DOCG
  • Barolo Cannubi Riserva DOCG
  • Barolo Terlo Riserva DOCG

I Classici

Sono i vini che narrano tutta l’espressività delle Langhe, pensati per raccontare ad ogni sorso, il territorio che li ha originati. 

  • Langhe Doc Sauvignon
  • Langhe Doc Nascetta
  • Dolcetto d’Alba Doc
  • Barbera d’Alba Doc Superiore
  • Langhe Doc Nebbiolo
  • Langhe Doc Tiradoss
  • Langhe Doc Riesling

I Pop

Nella collezione de L’Astemia Pentita non potevano mancare infine vini che si distinguessero, pensati per occasioni speciali, e che spiccassero per l’uso di bottiglie di design. Vini alternativi, dunque, che cavalcano perfettamente la filosofia di Sandra Vezza, per offrire una visione e un’esperienza di gusto nuove. 

  • Vino Rosato Adorabile
  • Vino Bianco Armonico
  • Vino Rosso Dinamico
  • Vino Rosso Dinamico Limited Edition

È così che le 15 etichette dell’azienda rappresentano vini quanto più naturali e identitari possibile, in cui l’attenzione all’impatto ambientale può e deve combinarsi con la ricerca qualitativa e con le migliori innovazioni tecnologiche a disposizione.

 

Giovanna Moldenhauer