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Le molteplici espressioni di un Trento Doc nato tra le cime più alte 

Valperto degli Azzoni capostipite del progetto LeVide vede in quest’ultimo gioiello, creato dallo spirito imprenditoriale e viticolo degli “Azzoni Wines”, un progetto di accrescimento culturale e personale. Districandosi tra diversi areali viticoli, Valperto Azzoni insieme all’enologo consulente Massimo Azzolini, collaborano per implementare le espressioni di un terroir molto vocato, quello del Trentino e delle sfumature dei vitigni che lo abitano. 

Un progetto quello degli “Azzoni Wines” che non si focalizza solamente sullo studio dello vitigno chardonnay ma che riguarda la struttura aziendale a 360°, puntando alla ricerca e alla sostenibilità. Il gruppo aziendale da dieci anni conduce un report sul Bilancio di Sostenibilità: una legenda dettagliata in cui vengono elencate le fonti da cui attingono l’energia per la lavorazione della materia prima e la conseguente misurazione dell’impatto aziendale sull’ambiente. Inoltre l’attenzione della società è rivolta anche al benessere dei collaboratori, andando ad incrementare l’employer branding, fidelizzando i dipendenti. 

Un incontro avvenuto presso il ristorante Dvca di Milano tra il proprietario Valperto Azzoni e l’enologo Massimo Azzolini di grande confronto e simpatia, che ha sottolineato non solo le competenze tecniche di ognuno di loro, ma anche la loro complementarità nel comporre questa squadra. La capacità imprenditoriale dell’essere umano non risiede nella presunzione o nell’arroganza con cui vengono mostrate le proprie capacità, ma al contrario una buona dose di autoironia (e anche autocritica) può favorire il raggiungimento della vetta. E questo a loro certamente non manca. 

La passione di Valperto per le bollicine si è intrecciata con il territorio trentino dando vita appunto al progetto LeVide – che in dialetto locale significa “le viti”. 

Una collisione d’intenti quella avvenuta tra i dieci ettari coltivati a chardonnay nel comune di Ala (Tn) e l’enologo Massimo, il quale ha dato il via alla produzione nel 2015 con le prime bottiglie di Cime di Altilia Brut Millesimato e Brut Rosè. 

“L’impostazione che si è voluta dare a questo progetto è quella di creare un Treno Doc con una prevalenza del vitigno chardonnay che andasse a sottolineare le diversità espressive che in Trentino si possono formare partendo da un singolo vitigno… sfumature che rendono il tuo prodotto unico e soddisfacente senza invidia alcuna – l’esperimento è stato quello di lavorare anche su annate più vecchie, sdoganando il concetto che dopo la sboccatura il vino debba essere bevuto nell’immediato… anzi, raccontiamo di prodotti con note più evolute di pasticceria, e di complessità, andando a rafforzare e a caratterizzarne la beva” affermano Valperto e Massimo 

Le sfumature dello Chardonnay: quattro etichette che raccontano quattro storie dello stesso vitigno

La riconoscibilità secondo Valperto è il complimento più bello; creare vini con una loro riconoscibilità.

Cime di Altilia Trento Doc Brut Millessimato 2015

Chardonnay in purezza, sboccatura 2020

Un Trento Doc “base” dal bell’aspetto. Vivace nel bicchiere, si presenta con note piene di pasticceria (complice anche il residuo zuccherino maggiore), fiori bianchi, miele, nocciola, lievito e agrumi. Un vino senza fronzoli, avvolgente, diretto e immediato che ben si accosta a tutto pasto – ottimo per invitare il palato alle successive degustazioni. 

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Cime di Altilia Trento Doc Brut Millessimato 2015

Cime di Altilia Trento Doc Extra Brut Millesimato 2015 

Chardonnay in purezza, sboccatura 2020

La selezione delle uve che compongono questa cuvée è differente rispetto alle uve del vino precedentemente degustato, in quanto provengono da un vigneto con maggiore altitudine (500 m slm) e minore resa. Più ruvido l’impatto, sembra quasi meno pronto rispetto al precedente, si svela con il trascorrere dei minuti. Vivace alla vista , al naso prevalgono le note di zafferano, agrumi e fiori bianchi. Complesso e persistente. Al gusto è sapido e longevo nella sua fresca ruvidità. Potente. 

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Cime di Altilia Trento Doc Extra Brut Millesimato 2015

Cime di Altilia Trento Doc Brut Rosè 

80% Chardonnay e 20% Pinot nero 

Unica bollicina rosata con percentuale di pinot nero dell’azienda, qui l’enologo Massimo si è divertito a sperimentare sulla lavorazione del vitigno come base per spumante.

“essendo il pinot nero il più grande vino al mondo (io che amo Krug è contraddittorio) mi sono cimentato nella sua lavorazione… ispirato da una bellissima ricetta per fare un progetto di bollicine rosate, un suggerimento fatto da chi ne produce in quantità – in pressa metto in macerazione l’uva con degli scambiatori di calore… riempio la pressa raffreddo l’uva a 56 gradi… macerazione tutta la notte e sul limpido parto con una fermentazione in bianco”

Alla vista si presenta di un bel rosa antico con perlage vivace ma fine. Al naso il frutto selvatico non si fa attendere: ciliegia, fragola e lampone. Al giusto l’unione dei due vitigni è evidente, sapidità e struttura si annodano donando al palato una longeva sensazione vellutata. 

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Cime di Altilia Trento Doc Brut Rosè

Maso Alesiera Trento Doc Nature Riserva

Chardonnay in purezza, vendemmia 2015, sboccatura aprile 2020 

La massima espressione dello chardonnay secondo LeVide, uno chardonnay riserva senza residuo zuccherino e una maturazione sui lieviti di almeno 36 mesi. È un prodotto nato con una collocazione ben precisa, l’abbinamento qui è in grado di fare la differenza. La piccola porzione di base fermentata di barrique si percepisce nell’immediata esaltazione delle note più evolute e terziarie al naso e nel rendere il sorso più tondo. Alla vista è vivace e dal buon perlage; al naso le note di frutta esotica unite a quelle balsamiche creano un bel connubio. Al palato è rotondo e goloso. Fine nell’aspetto, nasconde una velata golosità. 

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Maso Alesiera Trento Doc Nature Riserva

 Sito ufficiale LeVide: www.levide.it