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Merano Wine Festival “Le ali della bellezza”

Mentre percorriamo il sentiero di Sissi che costeggia il fiume per arrivare al centro di Merano dove ha sede il Festival. Non possiamo che notare, in una delle bellissime giornate che ci hanno accompagnato in questi giorni, lo splendore delle dolomiti innevate che ci circondano e questa sensazione secca e fresca che porta con sé l’aria di montagna.

Merano

Merano – copy Barnyz

Il tema di quest’anno “Le ali della bellezza” è a celebrare la bellezza che sovrana nel mondo del wine e del food. L’evento è organizzato su più sale, ovviamente la blasonata Kursaal lascia a bocca aperta e in fondo ad essa è posizionata la Wine Hunter HUB dove è possibile assaggiare tutta la lista dei vini premiati.

Si percepisce una felicità ritrovata nel partecipare, seppur non nelle condizioni pre-Covid, a questi grandi eventi. Uscendo verso l’esterno possiamo entrare in un tendone che costituisce la GourmetArena dove possiamo assaggiare numerose proposte in ambito food con una zona dedicata allo show cooking. 

Il Festival per come è strutturato presenta i nomi più blasonati, dedichiamo il primo giorno a un giro generale assaggiando con curiosità nomi più o meno conosciuti, il gusto personale mi porta a non trascurare nessun Barbaresco, e a godere degli Champagne presenti che spiccano per eccellenza e qualità, tra le aziende “di casa” spiccano invece i prodotti da uve Pinot Nero, Pinot Bianco e Sauvignon. 

Arrivata l’ora del pranzo decidiamo di spostarci nella zona food che regala, e non parlo guidato dalla fame, delle chicche di qualità e al contempo prodotti sostenibili con un forte legame con il territorio. La bellissima idea di Regione Lombardia di presentare il suo territorio attraverso un percorso di prodotti che viaggia tra le sue principali denominazioni. Sempre nella Gourmet Arena mi ha colpito la Colatura di Alici di Armatore interessantissima realtà della costiera Amalfitana. Infine, non ci siamo fatti mancare un delizioso dolce, una piccola creazione a base di cioccolato e pepe rosa di Adelia di Fant; un piccolo laboratorio di pasticceria di una finezza e gusto sorprendente. 

La sera del Merano ci regala uno sguardo incredibilmente suggestivo sul fiume che attraversa la città e un cielo stellato degno sostituito del panorama diurno. 

Il secondo giorno decido di tornare sulle mie tracce a riassaggiare a mente fredda e mente fresca i vini che mi hanno colpito il giorno precedente, specifico che mi riferisco alla sessione di domenica e lunedì, quest’anno difatti sono state divisi i produttori in due turni per ottemperare alle normative anti covid. 

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Merano Wine Festival

Inizio con “Sanctissimus” di Cantina St. Pauls un Pinot Bianco in purezza che fermenta in anfora con macerazione sulle bucce e successivamente affina in botte grande di Rovere di Appiano, ma il lavoro parte già nella vigna con viti di oltre cento anni che rendono il vigneto il più longevo, per quanto riguarda questa varietà, di tutto l’Alto Adige. Assaggiamo l’annata 2016. Al naso è molto complesso con note evolute e balsamiche. In bocca elegante e estremamente lungo, ampio e armonico. Nel finale ritroviamo il balsamico che si fonde a note dolci mantenendo sempre una forte eleganza. 

Proseguiamo con un altro Bianco che ha impressionato il mio gusto, trovo al banchetto di Classisches Weingut Hoffranzen un Riesling annata 2019 dal nome Mehringer Urgestein, penso abbiate capito che ci troviamo fuori dall’Italia, ci troviamo a Mehring in Germania. Questo vino fermenta in botte grande con lieviti indigeni. Al naso esalta le caratteristiche del Riesling con note idrocarburiche importanti e complesse, troviamo anche vaniglia e crema pasticcera che esplodono poi nell’assaggio in bocca con un sorso molto complesso che esalta l’aroma varietale accompagnandolo con i sentori dettati dall’affinamento in legno. 

Infine, mi ha colpito un rosso della zona di Bolgheri, che ci è stato presentato come la nuova espressione del Bolgheri Superiore, Marianova della cantina di Michele Satta è un blend 50:50 di Syrah e Sangiovese che fermenta in legno, con lieviti non selezionati, e affina in anfora per più di un anno. Al naso mantiene un frutto intenso e penetrante unito a delle note speziate, in bocca è elegante e ampio con note balsamiche e un finale persistente. 

Sono stato poi catturato da un Montefalco Sagrantino Passito dell’azienda Antonelli, questa versione del sagrantino è in realtà la più tradizionale e veniva consumato durante le feste. Dopo l’appassimento sui graticci fermenta a bassa temperatura e matura successivamente in Botte grande. Il colore è rosso molto intenso con sfumature granate, al naso sentiamo un frutto rosso molto maturo accompagnato da note speziate, in bocca è complesso e ai sentori fruttati si uniscono i sentori agrumati con una freschezza inaspettata e un finale lungo e armonico. 

Il nostro percorso continua con una realtà Siciliana, parliamo di Baglio di Pianetto, l’azienda ha due Tenute principali: Pianetto, vicino a Palermo, e Baroni a Noto. Questo corrisponde a una varietà di terreni e altitudini che abbiamo poi ritrovato nei loro vini. Loro vino Timeo da Grillo in purezza viene vinificato nella Contrada Pianetto, mi ha sorpreso con la sua freschezza e un’acidità spiccata, peculiare una sapidità meno marcata rispetto a quanto mi aspettavo che rende la beva meno impegnativa, tra le due annate 2020 e 2019 ho preferito la seconda che presentava degli aromi più intensi. Il rosso Via Francia annata 2015 affina per 12 mesi in barrique al naso abbiamo un frutto rosso molto fresco e in bocca troviamo una bella sapidità che gioca con il tannino lasciando grande piacevolezza in bocca; pur essendo un’annata 2015 penso che si esprimerà al meglio nel tempo. Come ultimo assaggio abbiamo degustato un passito di Moscato di Noto Ra’Is Essenza che a differenza dei precedenti proviene dalla contrada Baroni.  Sebbene il grado alcolico non sia particolarmente alto in quantitativo zuccherino non è eccessivo e ne fa un prodotto interessante da abbinare a formaggi erborinati, al naso dolcezze e complessità vengono leggermente coperte dal sentore molto marcato di albicocca, in bocca ritroviamo ciò che abbiamo percepito al naso con un finale persistente. 

Proprio davanti all’uscita troviamo gli stand dei Consorzi. Per concludere abbiamo assistito alla sciabolata da parte di Helmuth Köcher presso lo stand del consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, The Wine Hunter ha aperto una Magnum di Testarossa della cantina La Versa, un millesimo 2016 di 100% Pinot Nero, una bollicina fine ed elegante con una lunghezza e pulizia notevole, nel pieno stile della realtà del Metodo Classico Oltrepò Pavese che negli ultimi anni è sempre più interessante.

Si chiude così l’esperienza al Merano Wine Festival fatta di conferme di certezze e nuove scoperte, tutto lascia una prospettiva per il ritorno dei grandi eventi molto positiva.

Giacomo Gioia

 

Merano Wine Festival

copy foto paesaggio Merano: Barnyz