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Eccellenze viticole dell’Alto Piemonte

Il Piemonte, nella zona sezione più a nord della regione, ospita un territorio antico, ricco di storia e tradizioni, un’areale identificabile come Alto Piemonte dove il Nebbiolo (e non solo) viene coltivato sin dal tempo dei Celti.

Geograficamente l’Alto Piemonte, caratterizzato da una conformazione collinare idonea alla coltivazione delle vite, è compreso nella fascia prealpina che si estende da ovest ad est, dalla baraggia di Biella fino alle province ai piedi del Monte Rosa di Vercelli e Novara, per terminare verso le valli del Verbano Cusio Ossola. 

Il Monte Rosa rappresenta per quest’area un “guardiano silente e rassicurante“ che non solo protegge il territorio dai venti freddi provenienti da nord, ma garantisce la giusta ventilazione durante il periodo estivo grazie alla presenza dei ghiacciai. 

Geologicamente l’Alto Piemonte è molto diversificato – com’è visibile dai diversi colori della roccia – la cui origine vulcanica o fluvio alluvionale rende il terroir ricco di varietà mineralogica. 

Andando da ovest verso est troviamo la provincia di Biella con le denominazioni Coste della Sesia Doc, Bramaterra Doc e Lessona Doc. Proseguendo si incontra la provincia di Vercelli con le denominazioni di Bramaterra Doc, Coste della Sesia Doc e Gattinara Docg. Risalendo verso nord si trova la provincia di Verbania con la denominazione Valli Ossolane Doc. Al di là del fiume Sesia, nella provincia di Novara, troviamo invece le denominazioni di Boca Doc, Colline Novaresi Doc, Fara Doc, Ghemme Doc e Sizzano Doc. 

La conformazione geologica dei suoli dell’Alto Piemonte è estremamente variegata, come già accennato, e in linea generale, distribuiti fra le varie denominazioni, possiamo trovare sedimenti marini adagiati su fondi alluvionali o porfirici; pietre di origine vulcanica, blocchi di porfido ocra-bruno o rosato; ghiaia, granito e grande concentrazione minerale. 

A livello viticolo le varietà più diffuse e coltivate nell’Alto Piemonte sono il Nebbiolo (nel novarese chiamato anche Spanna e nell’ossolano, Prünet), la Croatina diffusa largamente anche in Lombardia ed Emilia, la Vespolina e l’Uva Rara (chiamata Bonarda Novarese) – queste ultime varietà in generale vengono utilizzate in blend. 

Nello specifico faremo un focus su cinque denominazioni: Lessona, Coste della Sesia, Ghemme, Fara e Sizzano. 

Lessona: da disciplinare i vini “Lessona e Lessona Riserva” sono ottenuti con nebbiolo dal 85 al 100% con una variabile del 15 % massimo degli altri vitigni (vespolina e uva rara). L’invecchiamento prevede 22 mesi per il Lessona e 46, di cui 30 in legno, per il Lessona Riserva. Il terroir è principalmente a composizione acida, ricco di ferro, potassio, magnesio e magma (data dal porfido). I sedimenti sono quindi di origine marina che poggiano su roccia porfirica. 

Coste della Sesia: tale denominazione, senza specifica del vitigno, è riservata al vino rosso o rosato da vitigni nebbiolo per almeno un 50%. Invece quando viene specificato il vitigno, la varietà detta deve essere presente almeno per un 85%. Diversamente per il vino bianco che dovrà essere erbaluce in purezza. Non è previsto l’invecchiamento. Il suolo è misto tra argille e sabbia, ciottoli di granito e porfido.

Ghemme: “Ghemme e Ghemme Riserva” si rifanno alla produzione di vino ottenuto dalla varietà nebbiolo. Vespolina e uva rara sono consentite per un massimo del 15%. Ghemme, 34 mesi di affinamento di cui 18 in legno. Ghemme Riserva, 46 mesi di cui 24 in legno, più 6 mesi di bottiglia. Il terreno è composto da un impasto di antichi depositi glaciali e uno strato più superficiale di argille, caolini e tufo. Inoltre è ricco di sali minerali disciolti.

Quattordici le tipologie d’argilla differenti in questo terroir. Un tesoro di una bellezza inestimabile tra le colline di Ghemme. Andrea Ioppa illustra la vastità di queste argille, la loro friabilità e i nidi di Gruccione che trovano riparo in questo luogo. 

Fara: tali vini sono ottenuti dai vitigni a bacca rossa del territorio, in proporzione 50-70% di nebbiolo e vespolina ed uva rara per un 30-50%. Inoltre possono rientrare nel disciplinare un 10% di varietà uve a bacca rossa non aromatiche idonee. Fara, 22 mesi di affinamento di cui 12 in legno. Fara Riserva, 34 mesi di cui 20 in legno. Qui siamo sul versante orientale della Valle della Sesia, le viti adagiano su una collina prevalentemente argillosa con depositi fluvio glaciali.

Sizzano: il disciplinare prevede le stesse regolamentazioni per Fara. Sizzano 22 mesi di cui 16 in legno, Sizzano Riserva 34 mesi di cui 24 in legno. Il terreno è profondo e argilloso nella parte superiore dell’altopiano, ciottoloso e sciolto sul versante ovest ed infine ghiaioso in profondità.

La parole ai produttori e ai vini 

Massimo Clerico

Massimo Clerico è l’erede dell’azienda di famiglia, una famiglia di vignaioli dal ‘700. Quattro ettari di proprietà di cui 3 in produzione, per loro il vino si fa in vigna. I due vini in produzione, il Lessona Riserva e il Coste della Sesia, sono affinati per 12 mesi in barrique, ma solo il Lessona Riserva affina anche 30 mesi in botti di rovere e un ulteriore anno di bottiglia. L’uvaggio del Riserva è 97% nebbiolo e 3% vespolina. 

A livello agronomico la gestione della vite in queste zone risulta gestibile per quanto concerne la nutrizione della pianta; da controllare la lascività del terreno e l’eventuale siccità – anche se il Monte Rosa protegge dalle escursione termiche e crea un ambiente protetto ed ben climatizzato. Unico scoglio degli ultimi anni la presenza della Popillia Japonica che sta causando dei danni notevoli. 

Il pH dei nostri suoli si aggira attorno a 4 (anche per la presenza del rame) a cui bisogna prestare attenzione per non eccedere poi in ciò che si traspone nel vino come un finale “rugginoso”. Massimo Clerico

Tenute Sella

Tenuta Sella è un’azienda con tre secoli di storia ubicata in quella che loro stessi definiscono “oasi mediterranea” in mezzo al clima alpino. Diciotto gli ettari di proprietà in provincia di Biella, distribuiti tra le denominazioni Coste della Sesia, Lessona e Bramaterra. Sulle colline di Lessona vi sono i vitigni più vecchi, di quasi 100 anni. I terreni sono costituiti da sabbie di epoca pleistocenica risalenti a 3 milioni di anni fa. Terreno con pH acido e ricco di sali minerali che, non precipitando, sono disponibili come nutrimento alla radice, non andando ad incrementare eventuali carenze nutrizionali. I vini dell’azienda sono longevi con pH bassi, dall’importante grado alcolico e dalla cospicua sapidità. 

Il potassio è un elemento molto utile per fronteggiare i cambiamenti climatici in quanto regola gli stomi della pianta e quindi la sua traspirazione.

L’azienda possiede un archivio storico all’interno del quale la bottiglia più vecchia risale al 1878 nella cui etichetta era già presenta la dicitura “Lessona” un concetto più moderno rispetto all’epoca vendemmiale.

Castello di Castellengo

Le cantine del Castello di Castellengo affondano le sue radici nel 1682. Da quel momento ad oggi, di vendemmie ne sono passate e successivamente ad un momento di stop, durato circa 50 anni (dal 1948 al 1998), il figlio dell’attuale proprietario Alessandro Ciccioni, ha ripreso la produzione aziendale di Nebbiolo. Ora, negli otto ettari di proprietà, sono visibili sia i nuovi appezzamenti che le vecchie vigne recuperate. Il terroir è prevalentemente sabbioso e marnoso – qui è dove scorre la fonte dell’acqua Lauretana. L’ambiente cantina si compone di due luoghi, uno più moderno dove la lavorazione delle uve avviene per gravità, e uno storico dove avviene l’affinamento, risalente alla seconda metà del ‘700. 

In linea generale la considerazione che porta alla conclusione del racconto di questo areale è semplice ma possiede dietro di sè una grande determinazione. Ciò che ha accumunato tutti gli assaggi è stata una netta e decisa qualità ma soprattutto un’identità territoriale precisa, che si percepiva meno a differenza di qualche anno addietro. Ogni vino con le proprie sfumature e con il proprio stile aziendale che ogni produttore ha reso tangibile attraverso la degustazione. 

Di seguito i produttori e le foto di quelli evidenziati: Coste della Sesia: Cento Vigne – Antoniotti Odilio di Antoniotti M. – Az.Agr. Cerutti Lorenzo – Roccia Rossa – Travaglini. Lessona: Clerico Massimo – Cassina Pietro – Az. Agr. Sella – La Palazzina di Montà Leonardo. Fara: Boniperti – Castaldi Francesca – Vigneti Valle Roncati – Catinoteca dei Prolo. Sizzano: Chiovini & Randetti – Cantina Comero. Ghemme: Dof Mati – Imazio Alberto – Mirù Az Agr – F.lli Ioppa – Platinetti – Torraccia del Piantavigna – Mazzoni Tiziano – Rovellotti viticultori – Pietraforata – Ca’ Nova – Bianchi Az Agr.

Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte